Non sarà un 2023 semplice per gli autotrasportatori. In vista, ci sono aumenti importanti per le gallerie del Monte Bianco e del Frejus e dei pedaggi per Austria e Germania.

L’inflazione tocca con forza anche il settore dei trasporti, con un aumento dei costi sensibile che andrà a rendere più costoso muoversi da e per l’Italia. Vediamo la situazione nel dettaglio.

Raffica di aumenti in vista

Partendo dal Monte Bianco e dal Frejus, i pedaggi delle gallerie (accessibili unicamente ai veicoli con motori Euro V e Euro VI) cresceranno del 7,36%.

A stabilirlo è la Commissione Intergovernativa, che ha considerato l’inflazione media tra settembre 2021 e agosto 2022. Così dal 1° gennaio 2023 – per esempio -, un veicolo industriale con altezza totale superiore a tre metri pagherà 381,90 euro per la sola andata (dal lato italiano) e 599,80 euro per andata e ritorno. Se si entrerà dalla Francia, invece, si pagheranno 375,60 euro e 590 euro.

Non va meglio sul fronte austriaco. Come fatto notare da Assotir, i pedaggi in Austria, infatti, aumenteranno mediamente del 2,8% per tutti i veicoli con massa complessiva superiore alle 3,5 tonnellate. L’incremento sarà più avvertibile per i motori Euro VI, i quali saranno soggetti a un aumento del 4% dato che è stata abolita la differenziazione tariffaria per classi Euro.

code brennero

Il passaggio del Brennero continua a essere uno degli argomenti caldi per il 2023

C’è poi la Germania. Anche qui, dal 1° gennaio 2023, le tariffe dovrebbero crescere del 15%, dai 35,4 cent/km per gli Euro 0/1 da 18 tonnellate e più di quattro assi, fino ai 9,8-19 cent/km degli Euro VI (a seconda che si tratti di un veicolo da 7,5 tonnellate o più di 18).

Tornando in Italia, si continua a parlare di un “pedaggio di corridoio” per il tunnel del Brennero. Nelle intenzioni dei politici proponenti, questa misura avrebbe l’obiettivo di spingere i trasportatori a trovare altri valichi meno congestionati per attraversare il confine. Sul tema del Brennero (e sui dosaggi) c’è stato anche un confronto tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e le associazioni di categoria.