I dati del mercato nei primi undici mesi del 2022 mostrano una situazione ancora critica: se è vero, infatti, che i veicoli pesanti mostrano una ripresa rispetto al 2021, mentre i furgoni restano sotto di quasi il 13%, è altrettanto vero che guardando al 2019, ultimo anno "normale" prime degli sconvolgimenti dovuti a Covid e crisi dei componenti entrambi i comparti sono in passivo.
Questo è emerso nella conferenza organizzata ieri a Roma da UNRAE, l'associazione dei rappresentanti delle Case estere, che ha ripreso la consuetudine dell'appuntamento di fine anno dopo qualche anno di stop presentando analisi e proposte. A preoccupare infatti, sono ancora la "stasi" nel rinnovo del parco circolante e la poca penetrazione delle alimentazioni alternative.
Il ricambio langue
Prima ancora di analizzare i dati dei vari comparti, l'osservazione di partenza riguarda ancora la situazione generale del circolante. Guardando a furgoni, camion e autobus, la percentuale di veicoli con omologazione precedente a Euro 4 va dal 40% a oltre il 50%.
I tempi per un ricambio completo ai ritmi attuali, di conseguenza, andrebbero da 22,5 anni per gli LCV a ben 27 per gli autobus a quasi 30 per i mezzi pesanti.
Mercato VI 2022 vs 2019
Camion, meglio di un anno fa
I pesanti sono in ripresa sul 2021, con il dato di novembre che non soltanto ha migliorato quello mese su mese, ma anche portato al sorpasso nel complessivo dell'intro anno. Nei confronti dell'anno di riferimento 2019, tuttavia, le vendite sono inferiori del 7,4%.
Mercato LCV 2022 vs 2019
Furgoni, il mercato non cresce
I numeri di novembre, così come quelli di ottobre, sono ancora provvisori ma per gli LCV i volumi mensili sono ancora sotto le 13.000 unità da quasi un semestre (fatto salvo il calo fisiologico di agosto) e la differenza rispetto al 2019, anno di crescite, e al 2021, che aveva visto un'iniziale ripresa, è attualmente di circa il 13% in meno.
Andamento prenotazioni 2022
Proiezione 2023 per i commerciali leggeri
Gli incentivi, saltuari e caratterizzati da pause tra una delibera e l'altra, hanno reso più che mai altalenante anche l'andamento degli ordini, con picchi tra maggio e giugno e a ottobre. Allo stato attuale la proiezione per il 2023 è di un volume non superiore alle 170.000 unità, con un recupero soltanto parziale rispetto alle circa 161.500 attese per quest'anno.
LCV, transizione elettrica nei 10 mesi
Il green non cresce, colpa (anche) delle infrastrutture
Sempre in riferimento ai commerciali leggeri fino a 3,5 tonnellate, che vantano ormai un'offerta di soluzioni elettrificate piuttosto ampia, il mercato si conferma tiepido: ne i primi 10 mesi la quota di elettrici puri è passata appena dall'1,5 al 2,4% (2,9% contando anche gli ibridi), e questo considerando la spinte degli incentivi che nel 2022 si sono concentrati maggiormente proprio sui mezzi a zero emissioni.
La situazione delle infrastrutture di ricarica
Anche il grafico che riporta i progressi fatti nelle infrastrutture evidenzia come l'Italia, insieme alla Francia, sia ai livelli più bassi tra quelli che sono considerati mercati principali d'Europa, e molto al di sotto di Olanda, scandinavia e della regione tedesca per densità di punti di ricarica.
Proposte incentivi LCV 2023
Proposte VI
Le proposte
Il suggerimento, non nuovo, di UNRAE, è favorire il ricambio non limitando le risorse per gli incentivi ai soli veicoli elettrici, che soffrono ancora le carenze strutturali, ma puntare a tutte le alimentazioni favorendo i prodotti nuovi e aggiornati che possono comunque ridurre significativamente i livelli medi di emissioni generali, specie nell'ambito cittadino dove si concentrano più attività.
Idem per i pesanti, dove si propone di incentivare maggiormente l'acquisto e l'utilizzo di mezzi a zero emissioni o alimentati con biocarburanti anche tramite agevolazioni fiscali.