I van elettrici si stanno affermando come elementi portanti del futuro ecosistema urbano, ma per rendere sostenibile l'intero settore del trasporto merci anche nel medio, se non nel lungo raggio, occorrono risorse con un bilancio costi-benefici più favorevole rispetto alla sola batteria. E la soluzione può essere l'idrogeno.

Questo, in sintesi, sembra essere il punto di vista di Stellantis, che nel suo piano Dare Forward 2023, con cui tra l'altro punta alla leadership sul mercato degli LCV, ha incluso l'idrogeno come elemento fondamentale. Il colosso italo-francese è in effetti stati l primi a rendere disponibili furgoni di serie alimentati con l'idrogeno e la conoscenza che lo ha reso possibile arriva, in particolare, da Opel.

Expertise tedesco

Sin dall'acquisizione da parte di PSA, che l'ha rilevata da GM poco prima di fondersi in Stellantis, Opel si è messa in luce come polo di eccellenza per l'idrogeno, portando in dote l'esperienza fatta nei decenni precedenti in questa particolare ricerca e in generale nei carburanti alternativi

Proprio a Opel si deve, infatti, la creazione di punti di riferimento tecnici, come lo stoccaggio a 700 bar di pressione e la procedura di rifornimento da 3 minuti per un pieno che oggi sono gli standard e che sono stati definiti dalla Casa dl Fulmine insieme all'ex gruppo Daimler, oggi diventato Mercedes-Benz AG per la parte autovetture e LCV.

Opel Vivaro-e Hydrogen

Non a caso, il primo modello a idrogeno dell'attuale flotta di Stellantis è stato proprio Vivaro-e Hydrogen, seguito a stretto giro dai gemelli Peugeot e Citroen: se l'origine della piattaforma su cui nasce questa generazione di modelli, lanciati prima ancora come elettrici puri, è infatti francese, la competenza per la variante fuel cell arriva da Russelsheim, fino a poche settimane fa unico centro per l'allestimento dei tre modelli H2 a cui di recente si è aggiunto il sito ex-Sevel Nord di Hordain. Ma come funziona?

Opel Vivaro-e Hydrogen
Opel Vivaro-e Hydrogen

Due fonti energetiche in una

Opel Vivaro-e e i suoi gemelli, che si possono avere in varianti da 4,96 o 5,31 metri di lunghezza, sfrutta l'architettura di base del modello 100% elettrico: di questo conserva il motore da 100 kW e 260 Nm e tutti i sistemi di contorno, ma sostituisce la batteria da 50 o 75 kWh con un sistema di bombole in carbonio ospitate sotto il pianale, una batteria ricaricabile alla spina da 10,5 kWh e un sistema fuel cell compatto.

Opel Vivaro-e Hydrogen
Opel Vivaro-e Hydrogen

Le bombole possono contenere un totale di 4,4 kg di idrogeno, che viene trasformato in energia elettrica dallo stack di fuel cell da 45 kW posto nel cofano anteriore, sopra il motore. Questa può essere erogata direttamente o immagazzinata nella batteria, che riceve anche quella recuperata dalla frenata rigenerativa. Complessivamente, l'autonomia massima WLTP ottenibile è di 400 km, di cui 50 garantiti dalla batteria.

Opel Vivaro-e Hydrogen
Opel Vivaro-e Hydrogen

I vantaggi

I pregi del particolare sistema sviluppato da Opel sono diversi. Anzitutto, l'ingombro rimane contenuto, e consente di conservare un volume di carico massimo di 5,3/6,1 metri cubi e oltre 1.200 kg d portata. Non sarebbe così se i 400 km di autonomia dovessero essere garantiti dalla sola batteria, visto che il modello 100% elettrico ne permette al massimo 330 con la riserva da 75 kWh che comporta oltre 700 kg di peso.

Opel Vivaro-e Hydrogen

La presenza di una batteria di trazione, per quanto piccola, non soltanto ottimizza il flusso energetico, ma consente anche di muoversi in caso si sia impossibilitati a rifornirsi di idrogeno. Con il caricatore standard da 11 kW il "pieno" si fa in meno di un'ora e mezza. Come già detto, il rifornimento di idrogeno invece si fa in 3':

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