L'aiuto alle imprese per il caro AdBlue diventa finalmente realtà. Era stato anticipato i primi giorni di settembre dal Governo, come parte di un più ampio contributo straordinario di 29,6 milioni alle aziende di trasporto, erogabile sottoforma di credito d'imposta, e oggi è stata resa nota la data di apertura delle richieste da parte dell'Agenzia delle Dogane.
A partire dal 4 novembre, sulla piattaforma dedicata, sarà attivata la procedura ufficiale che resterà aperta fino al 21 novembre, con bonus erogati in ordine di "arrivo".
Il contributo
Il sito su cui richiedere il bonus sarà lo stesso utilizzato dalle imprese per il bonus gasolio nel corso dell'anno. La procedura sarà analoga e il contributo consisterà, come anticipato, in un credito d'imposta del 15% sugli acquisti effettuati nel corso del 2022 (al netto dell'Iva).
I requisiti per riceverlo saranno l'avere un parco circolante composto da mezzi di ultima generazione (Euro 6/D, Euro 6/C, Euro 6B, Euro 6/A ed Euro 5) e con peso superiore alle 1,5 tonnellate. Il massimo ottenibile da ciascuna azienda sarà di 500.000 euro.
I contributi di AdBlue e gasolio saranno inoltre cumulabili con quelli previsti all’articolo 3 del decreto-legge 50/2022 e avranno come obiettivo quello di sopperire alla carenza di liquidità delle imprese di trasporto di merci su strada e mitigare l’impatto negativo sulla redditività delle imprese, determinato dalle tensioni sui mercati internazionali a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.
Come compensazione delle tasse
Ricordiamo, come fatto in passato, che il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione con la presentazione del modello F24 e non concorre alla formazione del reddito d’impresa. È lo stesso Ministero che approva il contributo riconosciuto e trasmette all’Agenzia delle Entrate l'elenco delle imprese beneficiarie e la comunicazione di eventuali variazioni o revoche, anche parziali, dei crediti d’imposta concessi.
Il Ministero può, infatti, effettuare gli accertamenti e le verifiche anche dopo l'erogazione dei contributi e procedere, nei casi in cui emergano gravi irregolarità in relazione alle dichiarazioni sostitutive prodotte dalle imprese, alla revoca del provvedimento di accoglimento disponendo la restituzione dell’ammontare concesso.
In tali casi, il MIMS procede al recupero del credito di imposta indebitamente utilizzato, maggiorato di interessi e sanzioni secondo quanto previsto dalla normativa vigente.