Ancora una volta il mondo del trasporto chiama in causa le istituzioni. Stavolta non si stratta di un appello pre elettorale che arriva dal nostro Paese e che riguarda la situazione economica del settore, ma, addirittura, dall’amministratore delegato di Traton. Christian Levin e l'argomento è la transizione ecologica.

Intervenuto durante l’inaugurazione della nuova concessionaria Scania Sacar a Roma. L’ad di Scania e del Gruppo che raccoglie il Brand svedese insieme con MAN, Volkswagen Camion e Bus (attiva sopratutto in Sudamerica), Navistar (USA) e RIO, ha fatto intendere chiaramente che senza l’aiuto della politica (europea N.d.R.), possiamo anche rimandare a data da destinarsi, il passaggio a un trasporto pesante più green.

L'industria ha fatto tutto quello che poteva

Già da qualche decennio, da quando le normative "Euro" sulle emissioni sono diventate più sfidanti, i costruttori sono chiamati a investimenti e sforzi per produrre veicoli sempre innovativi. Ora con il passaggio a carburanti e trazioni alternative all'endotermico la questione si fa ancora più complicata visto che si parla di costi molto elevati sostenuti e da sostenere sia da chi costruisce ma anche e soprattutto da chi acquista.

I punti toccati da Levin sono sostanzialmente tre incentivi all’acquisto, sviluppo delle infrastrutture e produzione di elettricità green e Le richiesta arriva chiare da coloro cioè che in prima persona si stanno impegnando per realizzare veicoli che effettivamente possono sfruttare le foni alternative di energia: elettricità in primo luogo.

Servono incentivi strutturali

I veicoli, dunque, ci sono e sono competitivi in alcune applicazioni e altri ne arriveranno per allargare sempre di più il campo di utilizzo, ma come tutti sappiamo costano ancora molto cliente finale, troppo per giustificare un investimento anche se di lungo periodo e sopratutto senza concrete prospettive di sviluppo.

Per questo, come ha detto lo stesso Levin rivolgendosi anche alle numerose aziende presenti le istituzioni devo mettere in condizioni trasportatori di avere un prospettiva di marginalità anche utilizzando veicoli elettrici. In pratica servono incentivi strutturali e non erogazioni spot che non permettono nemmeno un piano di investimenti.

Ricarica e energia green

Venendo al discorso dei punti di ricarica l’obbiettivo dell’UE è quello di realizzarne circa 30mila in tutto il territorio dell’unione entro il 2030. Le case attraverso accordi sia fra di loro sia con partner gestori di energia stanno facendo la loro parte, ma non è sufficiente per raggiungere l’obbiettivo. Uno sforzo che dovrà necessariamente essere supportato da interventi pubblici nei singoli Paesi ed è questo ciò che ci si attende e che Levin chiede.

L’energia green è l’ultimo punto toccato dall’ad di Traton. Ovvio che in questo periodo di crisi energetica è difficile fare previsioni e investimenti, ma proprio per la scarsità annunciata di combustibili tradizionali è necessari pensare e investire sulle fonti energetiche alternative. Anche perché qualora si presentasse sulle strade europee ilnumro di veicoli elettrici auspicati, l’attuale disponibilità di elettricità, al lordo di eventuali restrizioni, non sarebbe sufficiente ad alimentare il parco circolante e il fabbisogno dei cittadini.

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