Lo scorso 30 marzo Fuso Truck ha ufficializzato l'inizio delle vendite in Tanzania attraverso una partnership con Capstone, società distributrice di veicoli commerciali appartenente al gruppo CFAO, con una cerimonia tenutasi nella capitale Dar es Salaam e la consegna al cliente del primo dell'autocarro medio FI.

La collaborazione amplia la presenza di Fuso sui mercati africani e l'offerta di CFAO, che già distribuisce i veicoli del marchio giapponese in Paesi come Kenya, Nigeria, Gabon, Ghana.

100% importati

I camion venduti in Tanzania non saranno assemblati in loco ma importati dai rispettivi stabilimenti produttivi, che sono quello indiano di Oragadam, nel comprensorio di Chennai, e quello giapponese di Kawasaki in Giappone.

Con questo accordo Fuso, società del Gruppo Mitsubishi controllata per quasi il 90% da Daimler Truck, e Capstone puntano in particolare alle aziende che operano in ambito agricolo e nei settori della distribuzione di energia e dei beni di consumo che sono tutti in rapida evoluzione.

L'agricoltura e l'industria della trasformazione dei prodotti alimentari sono uno dei motori dell'economia nel Paese africano, come dimostra il fatto che il primo camion sia stato consegnato a Bakhresa Group, una delle prima aziende produttrici di zucchero.

Mitsubishi Fuso FI, al via le venite in Tanzania

Un mercato in espansione

Il Gruppo CFAO gestisce attività in campo automotive che vanno dalla semplice importazione all'assemblaggio, vendita e cessione in leasing di veicoli per supportare varie esigenze di mobilità e attualmente controlla la più grande rete di distribuzione dell'intero continente.

In Tanzania si parte per ora da due punti vendita, quello di Dar es Salaam e un altro ad Arusha, nell'entroterra, dove c'è una forte concentrazione di attività manifatturiere, e un portafoglio mezzi Fuso Truck che va dai leggeri Canter da 4,4 t fino ai TV da 49 t.

L'allargamento della partnership a questo Paese arriva dopo un ventennio di costante crescita e buone prospettive di ripresa dopo il rallentamento dovuto alla crisi pandemica, anche grazie a nuovi investimenti in infrastrutture che terrà alta la domanda di veicoli.

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