Ancora fuori i soggetti giuridici dagli incentivi 2022. Questo almeno da quanto è emerso dalla riunione del 31 marzo 2022 a Palazzo Chigi i cui sviluppi sono stati riportati subito dopo dall’Ansa. Secondo le note all’Agenzia gli incentivi auto dovrebbero ammontare a circa 650 milioni di euro, arrivare all'inizio della prossima settimana nel DPCM atteso entro mercoledì e riguarderanno il periodo 2022-2024.

Alla riunione a Palazzo Chigi erano presenti il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministeri di Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Roberto Cingolani, Enrico Giovannini e Andrea Orlando.

Dentro il car sharing fuori le aziende

Gli incentivi riguarderanno dunque auto elettriche, ibride e Euro 6 e saranno ridotti se non ci sarà la rottamazione. Non saranno però interessate le flotte aziendali il che significa che i soggetti giuridici dovrebbero essere ancora esclusi.

Non è chiaro però se il provvedimento riguarda solo le categorie M1 vale a dire le autovetture o potrebbe essere derogato per i veicoli commerciali. Quello che è sicuro è che le aziende erogatrici di servizi di car sharing usufruiranno degli incentivi così come anche le moto solo con rottamazione.

Le associazioni sul piede di guerra

Qualche giorno fa Federauto per bocca del Vicepresidente Artusi si era espressa abbastanza nettamente a favore di ecoincentivi anche per il veicoli aziendali. Per Artusi basterebbero 180-200 milioni di euro per i prossimi tre anni per sostenere gli esercenti in conto proprio e le imprese in conto terzi e consentire loro di rinnovare il proprio parco veicoli.

In questo modo si darebbe continuità all’effetto positivo prodotto per i veicoli commerciali leggeri dall’Ecobonus varato dal Governo nel 2021, il quale ha iniziato un processo virtuoso di rinnovamento e modernizzazione tecnologica (e quindi ambientale e di sicurezza stradale) delle flotte che sarebbe un peccato interrompere.

dello stesso avviso anche se più orientato al discorso Flotte e auto aziendali la Posizione odierna di UNRAE visto che l’esclusione dei soggetti giuridici dal provvedimento estromette una fetta che rappresenta il 35,7% del mercato oltre a tagliare di fatto uno dei principali serbatoi di rifornimento del canale usato già provato pesantemente dalle difficoltà di consegna del nuovo.