La protesta dei camionisti in Sicilia, benché non supportata dalle organizzazioni sindacali spaventa non poco le istituzioni che temono il sovrapporsi di situazioni di tensione sociale aggravate ovviamente dalla crisi Russo-Ucraina che rischia di pesare pesantemente sulle tasche di noi Italiani.

Per questo la priorità per il governo italiano oltre a mettere in alto contromisure contro il caro bollette è quella di disinnescare il prima possibile i venti di rivolta fra gli autotrasportatori che dalla Sicilia si sono ormai essersi a tutta l’Italia.

Come dicevano il rischio è di trovarsi dover gestire una protesta incontrollata che porterebbe in breve tempo a scene da lockdown con impatti non quantificabili sulla filiera della distribuzione soprattutto alimentare.

Cronaca di uno scenario annunciato

D’altra parte, come raccontavamo anche recentemente in un'intervista con il presidente del Freight Leaders Council Massimo Marciani, la situazione per le imprese di trasporto è diventata difficilmente sostenibile dal punto di vista dei costi con i carburanti e AdBlue aumentati di quasi il 40% nel giro di un anno e di dieci punti solo in Gennaio.

Un corsa al rialzo che, peraltro non accenna a diminuire. Le imprese di trasporto hanno marginalità di profitto nell’ordine del 3% un amento così repentino dei costi in assenza di adeguamento delle tariffe minime non è assorbitile.

Secondo il presidente della Cna, Dario Costantini, che ha incontrato il viceministro delle Infrastrutture, Alessandro Morelli, il grave aumento del prezzo del gasolio è

"diventato insostenibile: per ogni veicolo vi sono circa 13mila euro l'anno di maggiori costi e per i mezzi a metano il rincaro è ancora più marcato".

Il governo sembra non intervenire

Propri queste tematiche sono state al centro dell’incontro di 2 giorni fa, fra Unatras che raccoglie le principali sigle sindacali e associazionistiche degli autotrasportatori e la viceministra Bellanova. Un’incontro che secondo un nota di Unatras si è concluso con un nulla di fatto:

"L’incontro al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, presieduto dalla viceministra Bellanova, si è concluso senza aver ancora prodotto i risultati tangibili che UNATRAS e gli autotrasportatori che autonomamente hanno deciso di attuare azioni di protesta, si attendevano.

UNATRAS – che rappresenta le associazioni più rilevanti dell’autotrasporto – riconferma la propria disponibilità a proseguire il confronto con le istituzioni, tenendo aperto il dialogo con le imprese per individuare le iniziative più efficaci e opportune per raggiungere le soluzioni auspicate dalla categoria.

UNATRAS, che non si riconosce minimamente nelle azioni di violenza che hanno avuto luogo in questi giorni, non esclude comunque il ricorso al fermo nazionale dei servizi, ma sempre nel rispetto delle regole e dei codici di autoregolamentazione".

Monta la protesta spontanea

Da un lato, quindi, un sostanziale stallo nelle trattative dall’altro il malumore che monta fra i camionisti e al centro le sigle sindacali che, pur condannando le azioni violente non escludono il “fermo”. Questo mentre gli 007 italiani temono infiltrazioni di criminalità organizzata sopratutto fra le proteste nel sud del paese dove, se la situazione non cambierà entro tre giorni potrebbero verificarsi disagi anche serie agli approvvigionamenti. 

Siamo intanto arrivati quasi al terzo giorno di disagi fra presidi e protesti con Tir, furgoni e persino trattori fermi agli ingressi e sulle autostrade, ma, come dicevamo, senza nessuna grande sigla sugli striscioni. Si tratta di gruppi nati sul chat e social che hanno portato i manifestanti a bloccare diverse direttrici del Paese.

Ecco alcuni dei punti più caldi

Lungo tratti autostradali della Campania, vi sono e vi sono stati presidi sull'A1, nei pressi delle barriere di Napoli Nord e sull'A30 Caserta-Salerno, alla barriera di Mercato San Severino (Salerno). Bloccato nei giorni socrsi anche  il casello di Caianello lungo il tratto casertano dell'A1.  

 Ravenna la protesta ha blocca il transito verso la zona industriale e portuale. Blocchi anche in Sicilia, a Palermo e Caltanissetta. In Calabria, decine di autotrasportatori hanno organizzato  un sit-in nei pressi degli svincoli dell'A2 di Gioia Tauro e di Rosarno. Nel tarantino, diversi autotrasportatori hanno montato un presidio sulle statali 106 e 100, ricevendo la solidarietà di alcuni sindaci locali. 

Preoccupazione per la filiera alimentare

Come dicevamo il rischio di un impatto sulla distribuzione finale è concreto e la preoccupazione arriva da Daniele Erasmi, Presidente di Fiesa Confesercenti, per l'impatto sul settore alimentare, la produzione e i prezzi della filiera. Le proteste, dice:

"Rischiano di impattare, in meno di quanto si possa pensare, sulla produzione e sui prezzi della filiera dell'alimentazione, le difficoltà produttive delle imprese della filiera alimentare potrebbero emergere, a partire dalle Regioni del sud, dove maggiormente si è localizzata la protesta e per il territorio a forte vocazione per la produzione agricola". 

Difficoltà che a breve, secondo l'associazione di categoria, si rifletterebbero a breve sulle filiere a cominciare da quelle gravitanti intorno al grano, pane e pasta. 

E proprio dalla filiera alimentare arrivano i primi "sostegni" agli autotrasportatori con l'azienda produttrice di pasta che sospenda la produzione fino a data da destinarsi per solidarietà con il comparto.

"La produzione sarà sospesa da domani perché La Molisana affianca lo sciopero degli autotrasportatori"