L’azienda torinese sta investendo molto negli ultimi anni nello sviluppo di carburanti alternativi per i propri modelli a combustione interna, e tra questi il biometano liquefatto sembra essere la soluzione più efficace dal punto di vista della riduzione delle emissioni.
A questo proposito lveco ha partecipato alla fiera Ecomondo di Rimini organizzando assieme a CIB - Consorzio Italiano Biogas il convegno “Viaggiare diminuendo la CO2. Un paradosso possibile”, nel quale sono stati presentati i risultati ottenuti dell’impiego di questa tipologia di combustibile nel settore dei trasporti italiano.
Lo studio
Il focus dell’evento ha riguardato l’illustrazione dello “Studio delle emissioni di gas serra e di biossido di azoto in atmosfera dal comparto dei trasporti con alimentazione a gasolio, a metano e a biometano liquefatto”, realizzato dall’Istituto sull'Inquinamento Atmosferico (IIA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) e promosso da CIB e Iveco.

Una ricerca che ha messo in evidenza i vantaggi riscontrabili nel processo globale del biometano rispetto a quello dei combustibili fossili, un carburante con il quale è possibile, secondo Valerio Paolini, ricercatore del CNR-IIA, “ottenere addirittura emissioni negative qualora l’impegno di effluenti zootecnici sia superiore al 60% del mix di biomasse e un recupero della CO2 dell’upgrading per uso alimentare.”
Meno emissioni rispetto al gasolio
Il contesto analizzato è stato quello della realtà italiana, caratterizzato dall’alto numero di veicoli alimentati metano e da un'adeguata rete di infrastrutture di rifornimento di CNG e LNG. Sono stati considerati 11 scenari diversi, differenziati per materia prima per la produzione di biogas e dalla presenza o meno di cattura della CO2 durante il processo di upgrading.

Lo studio ha dimostrato che l'utilizzo di carburante bioLNG è in grado di ridurre le emissioni di gas serra fino al 121,6% rispetto all'utilizzo di tradizionali combustibili diesel, diminuendo inoltre del 65% i livelli di biossido di azoto.
La soluzione per il trasporto pesante
Per rilevare le emissioni di CO2 e confrontare l’efficienza delle diverse soluzioni oggetto della ricerca, CNR ha adottato un metodo di analisi well-to-wheels (“dal pozzo alla ruota”) che traccia l’iter del biocarburante lungo tutta la filiera dalla produzione fino all’utilizzo finale sui veicoli.
Una soluzione, quella del biometano, che potrebbe servire, in parallelo con la transizione elettrica, nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione del settore dei trasporti che prevedono una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e l’arrivo a emersioni zero entro il 2050.
Il biometano rappresenta in questo momento l’unica alternativa concreta, immediatamente disponibile, all’utilizzo di carburanti fossili nel settore del trasporto pesante, una produzione, come dichiara Lorenzo Maggioni, Responsabile Ricerca e Sviluppo del CIB - Consorzio Italiano Biogas, a cui potrebbero contribuire le aziende del nostro Paese con “sottoproduzioni agricole 100% made in Italy e sostenibili.”