Un autunno decisamente "caldo" quello che attende il mondo del trasporto che si trova a fronteggiare alcune situazioni critiche concomitanti: da una parte la preoccupazione per difficoltà legate all'obbligo di Green Pass per i lavoratori, esecutivo dal 15 ottobre, e che rischia di acuire l'altro problema di lunga data della carenza di autisti. Dall'altra, la stangata del caro-carburanti che denuncia una crisi più profonda del settore industriale.

I problemi maggiori riguardano, come in tutte le categorie, i lavoratori non vaccinati, la cui percentuale è ancora rilevante (in ambito portuale di parla del 40%), ai quali l'obbligo di esibire il Green Pass per accedere a luoghi di lavoro e destinazione, compresi i veicoli, impone l'effettuazione di tamponi rapidi ogni 48 ore, con difficoltà pratiche che rischiano nel migliore dei casi di rallentare le attività logistiche, e costi.

Nessuna giustificazione se non si ha il Green Pass

La mancanza di Green Pass non costituisce giustificazione per l'astensione dal lavoro e implica la sospensione dello stipendio oltre che sanzioni per chi si introducesse ugualmente su luogo di lavoro con certificato mancante o scaduto. E la corsa al tampone sta già mettendo (e metterà) in crisi la capacità delle farmacie e dei laboratori, non tanto per gli approvvigionamenti ma per la difficoltà di evadere tutte le richieste

Trasporto terrestre e marittimo, per ora non si cambia 

Obbligo a parte, le regole, e in particolare quelle sugli spostamenti internazionali, non cambiano. Il MIMS e il Ministero della Salute hanno emanato una nota di chiarimento sulle disposizioni in materia di certificazione verde Covid-19, ossia del Green Pass, per i settori del trasporto marittimo e autotrasporto delle merci.

La nota precisa che fino al 31 dicembre 2021 restano in vigore le disposizioni del DPCM emanato il 2 marzo scorso, dunque le stesse regole adottate fin qui, ma offre anche chiarimenti su alcune situazioni pratiche. In particolare: 

  • Per l’autotrasporto di merci, circa l’ingresso sul territorio nazionale di autotrasportatori provenienti dall’estero che non risultino in possesso di Green Pass o certificazione valide riconosciute da EMA e Ministero della Salute, rimane consentito soltanto l’accesso alle operazioni di carico/scarico delle merci, operazioni che però devono essere svolte da altro personale.
  • Per il trasporto marittimo, si precisa che per il personale impiegato a qualsiasi titolo a bordo di una nave di bandiera italiana, il cui porto di partenza, di scalo o di destinazione finale sia nel territorio italiano, la nave è da considerarsi “luogo di lavoro”.

Tampone allo sbarco

Nel caso di personale imbarcato chi si trova già a bordo alla data del 15 ottobre e non è in possesso di Green Pass o altre certificazioni riconosciute da EMA o Ministero della Salute, continua il periodo di imbarco e deve essere sottoposto, in caso di sbarco su territorio italiano e successivo rientro a bordo, a test molecolare o antigenico con risultato negativo al virus SARS-CoV-2; 

Chi si imbarca in territorio italiano dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, al momento dell’ingresso a bordo deve essere munito di una delle certificazioni verdi COVID-19 (ciclo di vaccinazione completo o avvenuta guarigione con cessazione dell’isolamento prescritto oppure di effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo. Idem per chi chi sbarca in territorio italiano e rientra a bordo successivamente.

La crisi degli autisti

Il problema della carenza di personale non ha una correlazione diretta con i problemi legati al Covid e al Green Pass ed è più antico, visto che gli allarmi sono lanciati dalle associazioni di categoria già da diversi anni: su questo, più delle prospettive di guadagno ridotte da una generale svalutazione del lavoro pesano tempi e costi per il conseguimento delle patenti, proibitivi soprattutto per chi si trova in stato di disoccupazione.

In una recente nota, la Federazione degli Autotrasportatori Italiani, (FAI) legata a Conftrasporto-Confcommercio ha ribadito di aver inoltrato al Parlamento "una richiesta per l'emanazione di una legge-delega in grado di incentivare e facilitare l'accesso alla professione e per un impegno del Governo a coprire almeno in parte i costi delle patenti e delle qualifiche professionali, favorendo le assunzioni e sviluppando corsi presso gli istituti tecnici, con percorsi formativi per la logistica”.

Carburanti, rincara anche il metano

La questione dell'aumento dei costi per l'energia, che dopo quello paventato per elettricità e gas ad uso domestico ora si riflette anche sui prezzi alla pompa dei carburanti, incluso il gas naturale, andando a colpire con particolare durezza proprio gli utilizzatori di CNG e LNG che lo hanno visto di fatto raddoppiare nel giro di un anno.

In questo particolare momento di transizione, in cui molte aziende hanno investito in veicoli a gas naturale che sono nettamente più costosi di quelli tradizionali, questo rischia di compromettere ile prospettive di ammortizzazione delle spese e vanificare il delicato equilibrio economico dell'operazione. Il pericolo principale è dato dal riflesso sulle tariffe dei servizi, con aumenti del costo dei trasporti che andranno a scaricarsi su tutta la filiera, generando rincari a catena nel commercio.

In questo, le già citate associazioni di categoria invocano l'istituzione di un sistema di monitoraggi, come già si fa per il gasolio, anche del gas naturale per autotrazione promuovendo l’inserimento di clausole sul fuel surcharge nei contratti, compensando l'aumento dei costi energetici con politiche di defiscalizzazione e magari con sconti sui pedaggi autostradali per chi utilizza fonti energetiche ecologiche e rinnovabili.