La soglia psicologica dei 2 euro al litro alla pompa per la benzina è stata superata. Il gasolio non è ancora a quei livelli, ma comunque è sempre altissimo. Meglio, ma non troppo, se si considerano i prezzi al self service, ormai sembra che la corsa verso l’alto dei carburanti non si possa fermare facilmente.
Le motivazioni sono varie e si tratta di un situazione che parte anche da abbastanza lontano diciamo dallo scorso autunno, sulla scia di una piccola ripresa dell’economia dal Covid-19 e che ora sta continuando per effetto delle tensioni internazionali.
La Crisi Russia-Ucraina
I prezzi dei carburanti dipendono, infatti, dal mercato del petrolio, di cui la Russia è il secondo produttore al mondo. Come è noto proprio in questi giorni si stanno inasprendo gli attriti tra Mosca e l’Europa per effetto della situazione al confine fra Russia e Ucraina. In queste situazioni i mercati (finanziari e non) reagiscono quasi sempre in maniera disomogenea e scomposta.
L’incertezza infatti, più che l’effettivo pericolo, è il vero "orso". E così i prezzi del greggio (petrolio da raffinare) sono in aumento quasi esponenziale da una settimana viaggiando oltre i 90 dollari al barile: il valore più alto dal 2014. Direttamente, sono poi aumentati benzina e diesel.
Gallery: Iveco S-Way 2021
L'OPEC non interviene
Riflettori puntati sulla prossima riunione dell’Opec+ (associazione dei maggiori produttori mondiali di petrolio), nella speranza che da lì possa arrivare un po’ di ossigeno sia al trasporto sia alle industrie.
La soluzione sarebbe quella di aumentare la produzione in modo da far scendere in maniera "forzatamente naturale" il prezzo al barile. Le aspettative però non sono buone e già si mormora che su questo versante non succederà nulla.
Una situazione prevedibile
La crisi Ucraina ha comunque solo contribuito una crescita dei prezzi che già si attendeva visto che nonostante la recrudescenza di pandemia la ripresa economica è ripartita e con essa la domanda di combustibili, quindi una occasione, per i produttori, per “guadagnare” di più lasciando invariata la produzione. L’effetto a cascata lo si conosce bene: aumento del prezzo del greggio e conseguente rialzo dei prezzi (raccomandati) alla pompa.
Ecco i prezzi dei carburanti in Italia pubblicati venerdì 28 gennaio 2022 da Quotidiano Energia, elaborati sulla base delle comunicazioni dei gestori all’Osservatorio del ministero dello Sviluppo economico.
Gallery: Iveco Stralis NP LC3 per Lidl a biometano
Prezzi carburanti
La media del prezzo del diesel, in modalità self, è pari a 1,661 euro/l, con le compagnie posizionate tra 1,655 e 1,674 euro/l (no logo a 1,648 euro/litro). Il prezzo medio nazionale in modalità self della benzina si attesta a 1,788 euro/l, con i diversi marchi compresi tra 1,778 e 1,8 euro/l (media no logo a 1,767 euro/l).
Per quanto riguarda il "servito", la media del diesel è arrivata a 1,798 euro/l, con i singoli player tra 1,739 e 1,866 euro/l (no logo 1,697), quella della benzina a 1,918 euro/l, con le compagnie che oscillano tra 1,859 e 2,00 euro/l (no logo 1,809). Il Gpl si muove tra 0,819 e 0,833 euro/l (no logo 0,813), mentre il prezzo del metano prosegue la sua corsa con una in media tra 1,784 e 2,002 euro/kg (no logo 1,741).