La crisi dei chip inizia a colpire anche il mondo dei veicoli commerciali e in particolare l'impianto più grande d'Europa per la produzione di furgoni quello Stellantis di SevelSud. La fabbrica di Atessa, infatti, che ricordiamo produce circa 1.200 van al giorno fra modelli a marchio Fiat Professional sia Peugeot e sia Citroen, si ferma per una settimana.

La motivazione è sempre la stessa che abbiamo imparato a conosce in questi mesi: mancanza dei componenti elettronici, i famigerati chip. Elementi essenziali nei veicoli moderni e in particolare nelle ultime generazioni che fanno un grande uso di elettronica, non solo nell'infotainment, ma anche nella gestione del motore e della diagnostica.

Ancora colpa del Covid-19, a rischio anche Melfi

Dopo aver patito la recrudescenza della variante delta di Covid-19 in Inghilterra con le fabbriche Opel/vauxhall costrette a ridurre i turni se non a chiudere temporaneamente ora Stellantis si trova a dover fronteggiare anche la cosiddetta "chip shortage" anche in Europa dopo che negli USA aveva colpito principalmente Jeep e quindi Glaldiator.

L'impianto di SevelSud impiega circa 6.500 persone nella produzione di Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroen Jumper/Relay. Dai vertici Stellantis confermano che la fabbrica resterà chiusa per un settimana mentre i sindacati e in particolare la Fiom-Cgil annunciano che il provvedimento verrà probabilmente esteso di un'ulteriore settimana anche al già fermo impianto di Pomigliano, ma il pericolo è che anche gli altri siti produttivi Italia come quello di Melfi possano risentire della crisi.

Riapertura Stabilimento FCA Sevel

In Europa non va meglio

Intanto, fuori dai confini nazionali la situazione per Stellantis non è migliore. Insieme con Sevel, questa settimana, si ferma anche la fabbrica PSA di Rennes che produce le auto medie di Peugeot e Citroen mentre la scorsa la scorsa settimana si erano fermati sia gli impianti PSA di Sochaux sia quelli Opel di Eisenach in Germania, rispettivamente produttori di compatte francesi e crossover del Blitz e per il momento non sono ancora ripartiti.

Le case automobilistiche dipendono sempre più dai componenti elettronici, ma affrontano la forte concorrenza dell'industria dell'elettronica di consumo per le consegne di chip che sono state colpite da una serie di interruzioni della catena di approvvigionamento durante la pandemia di COVID-19. Nel segmento de veicoli commerciali era già toccata la stessa sorte a Ford e nei pesanti in questi giorni anche a Scania.

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