La guida autonoma è ormai un obbiettivo se non in alcuni casi, una realtà della mobilità di merci ma anche di persone. In questo periodoin cui tutti sono concentrati sulla pandemia di Coronavirus è forse un po’ strano parlare di innovazione e di futuro, ma è proprio in questi momenti che si deve far affidamento a quanto la ricerca tecnologica ci offre per far fronte anche alle emergenze.

Trasportare visitatori dalle fermate dei treni ai centri fieristici, incrementare con mezzi supplementari le tratte del trasporto pubblico, spostare container carichi di merci nei centri logistici: sono questi i possibili campi di applicazione degli shuttle senza conducente. Il pre requisito è però poter andare dal punto A al punto B in modo sicuro e affidabile: da qui il Progetto 3F di Bosch.

La sicurezza di completare il percorso

S tratta di uno studio volto a garantire che anche in presenza di errori o guasti, il sistema possa completare comunque il percorso. Partendo dal presupposto che gli Shuttle senza conducente devono essere molto più "autonomi" delle vetture finanziato con 4,3 milioni di euro dal Ministero per gli affari economici della Germania federale, 3F, vede Bosch come leader del consorzio insieme con altre tre aziende: StreetScooter, RA Consulting e Finepower GmbH

Gallery: Scania AXL, Camion concept a guida autonoma

Ridondanza e fault-tolerance

Una soluzione per rendere efficienti questi sistemi consiste nella cosiddetta ridondanza, ovvero nella duplicazione delle funzioni per la sicurezza. Soluzioni che si applicano all’alimentazione elettrica, alla rilevazione degli ostacoli attraverso sensori perimetrali lidar e radar che formano una vista panoramica dall’alto a 360° evitando i punti ciechi il che consente anche di rilevare oggetti sporgenti come rami.

Un’altra soluzione consiste nell'integrazione della fault-tolerance, che implica che un eventuale guasto di un sottosistema venga compensato, almeno in parte dagli altri sottosistemi. Un po' come avviene con in nostri sensi se per esempio rimaniamo al buio e utilizziamo il tatto. Lo shuttle, se non riesce a vedere in un determinato punto, perché, per esempio, il sensore è coperto di foglie  rallenta o evita le parti della strada che non riesce più a rilevare.

Reagire agli imprevisti

Il Progetto 3F ha lavorato per assicurare che gli shuttle potessero anche reagire a circostanze alterate lungo il percorso stabilito. I veicoli sono programmati per rallentare quando qualsiasi oggetto in movimento si avvicina o, in caso di dubbio, per tenersi a distanza dagli oggetti sconosciuti.

Gallery: Volvo Truck Vera Project

Quando invece identificano elementi stradali noti, come i lampioni, riprendono la marcia a piena velocità. In caso di un pericolo imminente, lo shuttle si arresta in via cautelativa. L’obiettivo è che il veicolo, in tempo reale, adatti il proprio comportamento di guida alle circostanze.

Soluzioni adatte alla logistica

Le soluzioni sviluppate nel progetto possono anche fornire un valido supporto ai processi logistici. sviluppando un sistema di assistenza per l’interazione tra conducente e veicolo che consente il posizionamento accurato dei transpallet con cassa mobile.

In questo caso l’obiettivo era di muovere i veicoli con una precisione al centimetro sotto la gru a ponte, per consentire la gestione rapida dei container. Per farlo, occorrono capacità di posizionamento preciso e di parcheggio autonomo. Nella pratica, questa manovra autonoma consente il prelievo e il posizionamento del container senza errori.