Tanti o pochi che siano, gli aumenti sui pedaggi generano sempre un certo malumore anche se di solito accade tra gli utenti. Stavolta, a pochi giorni dalla diffusione del decreto milleproroghe, che ha confermato il congelamento dei balzelli già attuato nel 2019 su quasi tutta la rete autostradale, viene dal mondo politico la contestazione a proposito delle poche tratte in cui l’aumento invece c’è stato.

La polemica dell'ex

A sollevare la questione è l’ex-ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli che in questo video pubblicato sul suo profilo Facebook ha attaccato frontalmente le amministrazioni leghiste delle società concessionarie, attribuendo i rincari alla cattiva amministrazione e ai modelli di business fallimentari che si ripercuotono sugli utilizzatori, in particolar modo sui pendolari soprattutto in tratte come la Padova-Mestre.

“Le uniche regioni in cui si sono verificati aumenti sono Lombardia e Veneto, quelle storicamente amministrate dalla Lega” puntualizza Toninelli che rincara poi la dose puntando il dito contro la CAV – Concessioni Autostradali Venete, titolare dei già citati segmenti di A4/A57 e amministrata al 50% dalla Regione Veneto governata da Luca Zaia.

Cita poi l'annuncio diramato dalla stessa CAV il 23 dicembre, nel quale la società offre ai residenti delle province di Venezia, Padova e Treviso un anno di abbonamento Telepass con canone gratuito per un risparmio di circa 1 euro al mese (1,26 per l'esattezza, n.d.r.). Sottolineando però che il costo dei passaggi sia aumentato di 20 centesimi (da 2,8 a 3 euro) il che significa trovarsi comunque a pagare di più dopo pochissimi giorni.

La questione Bre.Be.Mi.

Quanto alla bretella che collega Brescia, Bergamo e Milano, Toninelli ribadisce che "Il movimento 5 stelle si è sempre opposto alla creazione di questa autostrada giudicandone da subito fallimentare il modello economico. Infatti i pedaggi sono aumentati del 7,88% nel 2017, del 4,69% nel 2018, del 4,19% nel 2019 e quest’anno arriva un altro 4,88%, fa oltre il 20% in pochi anni".

Autostrade, pochi aumenti nel 2020

La reazione veneta

Per il momento non sono arrivate repliche dalle società né dall'amministrazione lombarda, l'unica risposta, peraltro piuttosto tempestiva, è giunta dal Veneto, con l’assessore ai Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasporti Elisa de Berti che ha ricordato a Tonelli di esser stato lui stesso a firmare, in qualità di ministro del primo Governo Conte, il decreto per l‘aumento dei pedaggi.

Inoltre, sottolinea ancora De Berti, “CAV è una società pubblica amministrata al 50% da ANAS e tra le altre cose è quest’ultima ad esprimere l’amministratore delegato”. Sempre a proposito della concessionaria veneta è poi giusto ricordare che appena due giorni fa proprio Luca Zaia ha annunciato per il 10 gennaio la presentazione all'attuale ministro dei Trasporti Paola De Micheli di un piano per rendere la società indipendente dai fondi statali e ridurre, o abolire del tutto, il pedaggio per gli spostamenti tra le tre province interessate dalle tratte in concessione.