Nasce a Kabul il primo e unico servizio di trasporto che emancipa le donne permettendo loro di muoversi in autonomia, il tutto in uno dei paesi più a rischio ritorno del fondamentalismo islamico. L’iniziativa è opera di Nove Onlus che si avvale della collaborazione con OTB Foundation, e prende il nome di Pink Shuttle. La presentazione ufficiale è avvenuta a Roma dove sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni e fondazioni coinvolte e rappresentanti del Paese Asiatico.
Un servizio erogato da donne per le donne
Pink Shuttle è un servizio di trasporto tutto al femminile: donne alla guida di navette che trasportano solo donne. Il progetto è reso possibile anche grazie al finanziamento di USAid e come detto supporta la libertà di movimento delle tantissime donne afghane che, a causa di pesanti retaggi culturali, non hanno altra possibilità di raggiungere autonomamente i luoghi di lavoro o di studio o di accedere a servizi di base. I veicoli scelti per il servizio sono dei minivan Toyota HiAce.

195 patenti in tre anni
Il progetto dà seguito a un’altra iniziativa di Nove Onlus: la scuola guida femminile che ha permesso in tre anni a 195 donne di prendere gratuitamente la patente a Kabul, città in cui poco più di 3.000 donne hanno preso la patente nei 18 anni trascorsi dalla caduta del regime talebano a oggi. I corsi di guida riprenderanno nel 2020 grazie al finanziamento di Tavola Valdese e The Nando and Elsa Peretti Foundation.

Fino a 100 utenti
Avviata nel maggio 2019, la fase pilota del Pink Shuttle durerà fino a marzo 2020 e prevede circa 100 utenti regolari del servizio. L’obiettivo è elaborare un piano di gestione per il graduale raggiungimento della sostenibilità e lo sviluppo del servizio per convertire il Pink Shuttle da un’attività gestita da un’organizzazione no profit a un vero e proprio servizio commerciale, gestito direttamente da donne afghane.

Un'impresa che ha i suoi rischi
"In tanti ci hanno detto che il Pink Shuttle è particolarmente rischioso, e forse hanno ragione”, ha detto Susanna Fioretti, Presidente di Nove Onlus. "Va nel senso della tradizione, perché tiene donne con donne, anche se vedere una donna al volante a Kabul è ancora abbastanza raro e suscita delle reazioni di vario tipo: sorpresa, incoraggiamento, insulti o forse peggio".

La fase sperimentale del Pink Shuttle “è molto importante - Continua Susanna Fioretti - perché ci dà la misura di quelli che sono i rischi, i difetti, le cose da aggiustare, i possibili sviluppi".