Il Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE (l' associazione che riunisce i produttori esteri di auto e veicoli industriali), Franco Fenoglio, è intervenuto nella conferenza stampa di fine anno dell’Associazione, dal titolo “Denunce e proposte per trasportare l’Italia nel futuro”.

Dopo la presentazione dei dati e di due ricerche sulla situazione del settore dei veicoli industriali nel nostro Paese, Fenoglio ha esordito condannando le politiche correlate relative alla salvaguardia ambientale: “Strabica e priva di ogni fondamento ragionevole e concreto una politica che da un lato obbliga i costruttori ad impegnarsi in sforzi finanziari e tecnologici inauditi per ridurre le emissioni nocive allo scarico dei veicoli".

Nessun impegno per il rinnovo 

Impietosa l'arringa di Fenoglio che denuncia anche uno scarso impegno nell'incentivare il rinnovo del parco circolante: "La politica non si impegna in alcun modo serio a favorire la più rapida entrata in circolazione di quegli stessi veicoli, emanando provvedimenti sulla circolazione provvisori e scoordinati (soprattutto a livello locale) e destinando risorse finanziarie al mantenimento di misure improduttive in termini tanto di reale riduzione dell’inquinamento ambientale, quanto di razionalizzazione dell’autotrasporto”.

Trend di mercato

Tra i dati presentati dall’Associazione delle Case Automobilistiche Estere in Italia, il fatto che nel settore dei Veicoli Industriali negli ultimi dieci anni 135.000 addetti hanno perso il lavoro (senza contare l’indotto), il bilancio dello Stato ha perso 105 milioni di euro di entrate fiscali, i Costruttori hanno perso 1,5 miliardi di fatturato.

La capacità di carico dei veicoli, ad oggi, è sfruttata per non più del 60%, con un impegno “assurdo e improduttivo” di infrastrutture già insufficienti sia come quantità che come qualità. Riguardo al mercato e ai trend evidenziati dai dati, il Presidente Fenoglio ha commentato che “non ci sono elementi che consentano di andare oltre una previsione di calo nel 2019 pari al 10% rispetto al 2018, che - a sua volta - dovrebbe far registrare circa 27mila unità (+10,9%)”.

L'Italia rispetto agli altri paesi che fa?

Sulla spesa dei fondi destinati all’autotrasporto, Fenoglio ha sottolineato che “mentre noi discutiamo ancora su tavoli diversi, la Germania offre due anni di transito gratuito sulle autostrade agli autoveicoli dotati di motorizzazioni di ultima generazione e studia un piano di rottamazione programmata, cosa che sta facendo anche la Spagna.

Nel frattempo l’Italia, quinto Paese esportatore nel mondo, è finita al 19° posto nella classifica delle performance logistiche e ha visto le sue imprese di autotrasporto ridurre del 75% la presenza sulle rotte internazionali. Le aziende maggiori e più strutturate sono emigrate, le più piccole sono scomparse, in conseguenza soprattutto degli alti costi di gestione (in particolare del personale), della pressione fiscale e delle difficoltà burocratiche”.

Proposte e soluzioni

L’appello di UNRAE, quindi, è stato quello di salvaguardare almeno le forme di sostegno esistenti, mantenendo gli strumenti per realizzare politiche efficaci di sostegno al rinnovo del parco circolante, come il superammortamento e l’iperammortamento.

In prospettiva, dopo aver dato uno sguardo critico al modo nel quale le Istituzioni europee gestiscono i problemi dell’autotrasporto sia sul piano organizzativo che su quello ambientale, Fenoglio ha elencato le proposte dell’Associazione per creare migliori condizioni allo sviluppo dell’autotrasporto e del mercato dei veicoli industriali:

  • Rendere strutturale il sostegno agli investimenti
  • Costruire un sistema di incentivazione al rinnovo del parco basato sul principio “chi più inquina ed è meno sicuro, più paga”
  • Ridare efficienza alla burocrazia amministrativa e tecnica
  • Impiegare risorse nella preparazione professionale dei giovani
  • Adoperarsi in Europa per ristabilire le regole di una corretta competitività, anche nell’autotrasporto.