Tornano i divieti "merceologici" per il trasporto su gomma in transito in Tirolo che la responsabile regionale dell'ambiente e del traffico, la verde Ingrid Felipe, intende applicare a partire dal luglio del 2016 con diverse scadenze. Obiettivo delle restrizioni sarebbe quello di migliorare la qualità dell'aria imponendo il trasferimento su rotaia, ma il sospetto è che si tratti anche di una manovra per favorire i vettori locali.
Ditte locali favorite?
L'interdizione colpisce soprattutto le società straniere che, appunto, transitano attraverso il Tirolo, mentre le piccole ditte locali, che non operano a livello internazionale, possono continuare a svolgere la propria attività. Forse non è un caso che perfino la Camera di Commercio dell'Austria (WKO) abbia prospettato l'ipotesi di rivolgersi addirittura al Corte Europa di Giustizia per impugnare il dispositivo. Alexander Klacska, responsabile della divisione Trasporti e Traffico della WKO, critica il provvedimento e sollecita, tanto per cominciare, un'analisi dei risultati ottenuti finora con l'analoga iniziativa varata nel 2011.
Ricorso al tribunale europeo
L'ipotesi di Klacska è che le restrizioni contrastino con le norme sulla libera circolazione delle merci a livello comunitario. Un dettaglio tutt'altro che insignificante a favore del quale deporrebbero anche i due precedenti pronunciamenti dei giudici europei contro l'introduzione dei divieti settoriali. Gli imprenditori, come già avvenuto in passato, sostengono anche che la capacità della linea ferroviaria del Brennero non è in grado di sopportare trasferimenti di merci dalla gomma, anche perché il traforo che dovrebbe aumentare le potenzialità (le merci viaggerebbero comunque sull'attuale linea con pendenze importanti, ma "liberata" dal traffico passeggeri).
"Una follia ecologica"
Il rischio, sempre secondo l'esponente camerale, è di una diversa "dislocazione" dei passaggi, con un intasamento di altri valli, dove il passaggio è decisamente favorevole rispetto al Brennero (il valico alpino più basso), e un aumento delle percorrenze alla ricerca di itinerari alternativi: "Una follia ecologica", a giudizio di Klascka. Che ha anche criticato le sovvenzioni pubbliche austriache alle ditte che scelgano la rotaia: per lo più società straniere finanziate dai contribuenti dell'Austria.