Il suo nome deriva da una razza di dromedari, la sua carrozzeria è dotata di soli 11 componenti e nel 1968, al lancio fu definita “oggetto mobile non identificato”, per poi diventare un veicolo simbolo nel mondo dell’automobile, ma anche del trasporto, della difesa o del cinema. 

Ancora oggi si vede qualche Citroën Méhari utilizzata esattamente come 50 anni fa sopratutto se si tratta di far risaltare uno stile di vita e lavora semplice e spensierato che ancora oggi popola le più rinomate località balneari dell’area mediterranea.

Un furgone tutto in plastica

Il 16 maggio 1968, nel pieno delle proteste del movimento studentesco francese, Citroën presentava il suo nuovo veicolo sul campo da golf di Deauville (nel Nord della Francia): la Méhari. Un pick-up atipico che offriva da 28 a 32 CV, con una carrozzeria in plastica ABS (acrilonitrile butadiene stirene), progettato da Roland de La Poype. Costruito sulla piattaforma della Dyane 6, al momento del lancio fu presentato con il nome Dyane 6 Méhari.

Presentazione Citroën Méhari a Deauville 16 maggio1968
Citroën

Presentazione Citroën Méhari a Deauville 16 maggio1968

Méhari nacque da un’intuizione. Nel 1947, in Francia, la SEAB (Société d'études et d'applications des brevets) fondata dall’imprenditore francese Roland de la Poype si occupava di materiali innovativi, in particolare della plastica e delle resine colorate. Quando un giorno, uno dei furgoncini AZU e AK della ditta, realizzati da Citroën sulla base meccanica della 2CV e dell’AMI6, ebbe un incidente De la Poype non lo fece riparare ma realizzò lui stesso una carrozzeria in plastica da applicare sulla meccanica Citroën.

Citroën Mehari Pubblicita italiana 1970
Citroën

Citroën Mehari Pubblicita italiana 1970

Creò così un veicolo commerciale totalmente nuovo, capace di trasportare carichi irregolari, anche voluminosi che fosse come un pick-up ma che offrisse anche la possibilità di chiudersi come un furgoncino o aprirsi del tutto, come una spider. Furono realizzati diversi disegni e qualche prototipo, Alla fine, per la carrozzeria fu scelto l’ABS: un materiale facilmente termoformabile, flessibile e che si può colorare all'origine.

Citroën Méhari 4x4 a Nimes 1979
Citroën

Citroën Méhari 4x4 a Nimes 1979

Il risultato fu un piccolo fuoristrada in plastica, poggiato sul telaio della bicilindrica AZU e che fu presentata alla Direzione Generale di Citroën nel 1967. La SEAB era fra fornitori di Citroën, per i pannelli delle portiere, i cruscotti ed altri particolari in plastica quando De la Poype disse “voi ci fornirete gli chassis e noi costruiremo ed assembleremo le carrozzerie”, Pierre Bercot, Direttore Generale della Marca rispose “assolutamente no: la costruiremo noi e voi vi preoccuperete dello stampaggio delle parti”. A capire le potenzialità della futura Méhari, Bercot ci mise non più di dieci minuti.

Un mezzo da lavoro, ottimo per divertirsi

La Méhari era interessante come veicolo da lavoro, ma eccezionale come veicolo per il tempo libero. Era leggerissima, quindi in grado di affrontare qualunque fondo stradale senza grandi difficoltà, non si impantanava nel fango o nella sabbia, non affondava nella neve.

Citroën Méhari configurata pick-up
Citroën

Citroën Méhari configurata pick-up

Dopo il prototipo color ocra alla SEAB vennero prodotti una ventina di esemplari nelle tinte più disparate: giallo, rosso, blu, verde e persino un improbabile argento. Tutti questi colori vennero utilizzati per la presentazione ufficiale della vettura, dove la stampa, unanime, promosse a pieni voti la nuova piccola Citroën. La produzione partì subito con due versioni, a due e quattro posti: la prima aveva (in Francia) una fiscalità agevolata, la seconda era dotata di una panchetta pieghevole che poteva allinearsi al piano di carico e diventava un pick-up con una sola manovra e non più di dieci secondi di lavoro.

Citroën Méhari, un po' furgone, un po' auto e un po' pick-up
Citroën

Citroën Méhari, un po' furgone, un po' auto e un po' pick-up


Tutti erano stregati dal fascino di questo veicolo innovativo. Per questo, infatti fu scelto il nome Méhari che è mutuato da quello di una razza di dromedari da corsa, particolarmente robusti e resistenti. A suo agio a Saint-Tropez o nel centro di Parigi, la Méhari è stata prodotta in quasi 150mila unità per circa vent’anni: dal 1968 al 1987, comprese le straordinarie 4x4 che hanno servito l’esercito francese  e svolto il ruolo di “ambulanze veloci” alla Parigi-Dakar del 1980, dove furono capaci di andare e tornare facilmente tra le dune, senza insabbiarsi.

Citroën Méhari Azur
Citroën

Citroën Méhari Azur

Tre mitiche versioni

Nonostante sia stata prodotta per quasi 20 anni, la Méhari ha avuto solo tre versioni diverse, di cui due edizioni limitate. Inoltre, Citroën decise di realizzare un numero limitato di tinte, con nomi legati a grandi deserti e catene montuose.

Citroën Méhari 4x4 a Nimes 1979

Citroën Méhari 4x4 a Nimes 1979

Nel 1983 vennero lanciate due edizioni speciali: la Méhari plage, dal look vacanziero e dal colore giallo sgargiante, venduta in Spagna e Portogallo. Nell'aprile 1983, la Méhari Azur fu lanciata sui mercati francese, italiano e portoghese in soli 700 esemplari. Nel 1979, Citroën introdusse una nuova variante con la versione 4x4, che offriva una libertà ancora oggi quasi ineguagliata.

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