Compie cinquant’anni il Volvo l’ F89, un camion modernissimo, frutto dei grandi cambiamenti in atto nel Gruppo svedese, destinato a togliere quote di mercato ai grandi stradali dell’epoca, MAN, Mercedes e ScaniaErano i primi, impegnativi e complicati, Anni Settanta e Volvo ci entrò davvero di slancio, spinta da una nuova forza produttiva e progettuale.

Ma ci entrò anche e soprattutto, con un’inedita organizzazione industriale, voluta da un uomo che, in futuro, sarà ricordato come uno dei suoi più grandi dirigenti, Lars Malmros. Per affrontare le sfide che a breve scadenza si sarebbero presentate al Gruppo svedese, bisognava assolutamente diversificare all’interno del Gruppo stesso.

Nasce Volvo Trucks

La mossa più importante fu la creazione, ad opera di Malmros, della Volvo Truck Division, alla fine del 1969. Il progetto della Truck Divison, era tanto semplice quanto impegnativo: rinnovare l’intera gamma entro cinque anni, diventare fortemente competitivi sui mercati europei prima, e mondiali a più lungo termine, e raccogliere utili più presto possibile.

Non andò proprio così, ci vollero un paio d’anni di più, per cambiare l’intera gamma, ma all’alba del 1978, l’intera produzione Volvo era cambiata.

Gallery: Volvo F89 Volvo Trucks

Il primogenito

Di questo rinnovamento, il primo esempio fu l’F89, che apparve nell’autunno del 1970, come naturale sviluppo dell’F88 o L4951 Titan, uscito nel 1965. Oggetto di un’importante campagna pubblicitaria in Svezia e all’estero, nella quale era presentato come The Power Package” (Il Pacco di potenza).

Il nuovo veicolo nasceva come il grande competitor dei pesanti destinati alla linea, che andavano per la maggiore nell’Europa continentale (Mercedes e MAN) e nei Paesi Scandinavi (Scania) Il dilemma degli ingegneri svedesi era: progettare un 6 cilindri in linea tutto nuovo o lavorare sull’evoluzione del vecchio 6 cilindri a V, uno dei primi Diesel di Volvo?

Volvo F89

Un progetto totalmente nuovo

La risposta fu quella di partire con un nuovo progetto di motore 12 litri turbocompresso sviluppato in linea, sul quale si  potesse, in un futuro, lavorare agevolmente per eventuali aumenti di potenza che, nel giro di una decina d’anni, sarebbero stati sicuramente richiesti dal mercato.

Nonostante lo sviluppo del nuovo 12 litri, il TD120, fosse cominciato più o meno contemporaneamente all’uscita, nel 1965, del TD100, propulsore che spingeva l’F88, era strutturalmente diverso e studiato per potenze decisamente superiori: dai 300 CV in su. 

Oltre al motore, anche il cambio fu di produzione esclusiva Volvo: l’SR61, un otto marce avanti e retromarcia, completamente sincronizzato. Sempre di produzione Volvo fu l’asse posteriore, il Volvo DR 80 con doppia riduzione al ponte.

Volvo F89

La cabina TipTop

La cabina dell’F89 era sostanzialmente quella dell’F88 che poi era la famosa e modernissima (per l’epoca) "TipTop", progettata nel 1964 per l’L4951 Titan, e prodotta nell’avveniristico stabilimento di Umea, a pochi chilometri dal Circolo Polare Artico.

La TipTop aveva delle peculiarità, per l’epoca, davvero all’avanguardia, innanzitutto quando uscì fu la prima cabina ribaltabile, era dotata dei primi, ma importanti, accorgimenti per la sicurezza attiva e passiva dell’autista, ed era costruita seguendo parametri di ergonomia all’epoca piuttosto rari.

La cabina, non aveva differenze degne di rilievo rispetto alla precedente, almeno per il primo anno. Successivamente fu introdotta una versione con botola sul tetto, visto che il condizionatore di serie era ancora lontano da venire. L’F89 fu il primo Volvo ad essere importato regolarmente in Italia e restò in produzione, più o meno invariato, fino al 1978.

 

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