Se è vero che per vincere le gare in giro per il mondo occorre, prima di tutto, una buona macchina e poi un buon pilota, è altrettanto vero che una cosa davvero essenziale è l’organizzazione e la logistica della squadra che sta dietro i protagonisti, appunto la macchina e il pilota.
Nel corso degli anni, via via che il mondo delle corse si è evoluto, la gestione del box, degli equipaggiamenti dei pezzi di ricambio, delle gomme e di chissà cos’altro ancora, ha cominciato a rappresentare davvero la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Ci sono delle vecchie foto in bianconero nelle quali squadre di meccanici caricano o scaricano vetture entrate nella leggenda da camion, per l’epoca moderni, ma nei quali oggi non riusciremmo a caricare un ciclomotore. E quei camion non solo trasportavano le vetture, le gomme, i pezzi di ricambio, ma erano vere e proprie officine e case per i meccanici.
Qualità e affidabilità
Abbiamo già parlato delle bisarche della Mercedes, della Maserati, stavolta tocca a un’altra icona del mondo dell’automobilismo sportivo, Porsche.
Senza mai sfoggiare veicoli avveniristici, come fece invece fece Mercedes, con il Renntransporter, l’aerodinamico "Portento Blu", negli Anni Cinquanta, la Porsche puntò sempre sulla qualità, sull’affidabilità e sulla coerenza tra veicolo e destinazione d’impiego. Basti pensare che solo in occasione dell’espansione dell’attività sportiva ufficiale, la flotta di veicoli di servizio arrivò a comprendere due o più bisarche.
Il rosso degli anni Sessanta
Le prime testimonianze fotografiche risalgono agli Anni Sessanta, quando il colore dominante, sui camion da trasporto – almeno nelle poche immagini a colori del tempo - è il rosso (con scritte Porsche in bianco), pur dovendo registrare che le vetture ufficiali hanno quasi sempre vestito il grigio argento delle Silberpfeil.
Questa era, infatti, la tinta impiegata dalle auto da competizione tedesche fin dagli anni d’oro delle Auto Union e delle Mercedes di Formula 1, mai realmente abbandonata. Uno dei primi mezzi impiegati, come illustrano alcune immagini del 1960, fu un Opel Blitz 1,75 t "musone" appositamente carrozzato per ospitare all’interno della grande furgonatura posteriore due o tre monoposto e le attrezzature da officina.
Le bisarche "aperte"
L’Opel Blitz, era spesso affiancato da una bisarca "aperta" a due piani su autotelaio MAN 635 Diesel in grado di trasportare tre auto da corsa. Da notare la piccola zona attrezzeria-officina tra la cabina di guida e la zona riservata al carico.
Un'altra foto in bianco e nero mostra la "Dreikantschaber" in partenza dalla Germania per la Targa Florio del 1962, ma si può solo intuire che si tratti del medesimo camion da trasporto a prenderla in consegna, per la forma delle porte della cabina, rimaste aperte mentre il fotografo immortalava l’operazione di carico.
I Renntransporter della Mercedes
Sei anni dopo debutta un nuovo "Renntransporter", ancora più specializzato. Si tratta di un camion Mercedes-Benz caratterizzato da un completo allestimento specifico per il trasporto delle auto da corsa. Ha due piani, con rampe di carico mobili e ampia zona officina.
Essa prevedeva, per una ottimale illuminazione diurna, lucernari ricavati nel padiglione, mentre un potente impianto luci consentiva di rischiarare l’interno per i lavori notturni. Ne vennero costruiti almeno due esemplari, per permettere alla Porsche di gestire la movimentazione di un gran numero di vetture da competizione, anche verso destinazioni diverse.
Il periodo Martini Racing
Quando la Martini & Rossi si unì alla Porsche nel ruolo di sponsor delle attività sportive (1971), tutti i mezzi della casa della Cavallina vennero riverniciati nel classico color argento, con le bande rosso-blu del Martini Racing. In alcune foto del 1973 e del 1976 si ritrovano però gli stessi mezzi del 1966 e del 1970 (le due bisarche Mercedes-Benz e il furgone “aerodinamico” Mercedes-Benz 809), aggiornati nell’aspetto, grazie alla nuova livrea.
Nella prima parte degli anni Ottanta la Porsche passò a veicoli più grandi e ancor più specializzati: autoarticolati con semirimorchi attrezzati a bisarca e officina o motor home, per le corse europee e americane. Si tratta per lo più di mezzi Mercedes-Benz, anche se a un certo punto si registrano i primi tradimenti, come conferma il passaggio a trattori Renault, MAN e, per le competizioni americane (la Porsche ha corso anche in Formula Indy, ma questa è un’altra storia), un Peterbilt "cab over".