Martedì 1 agosto 2017 è stato un giorno storico per Opel che dopo quasi 90 anni in General Motors è entrata, a tutti gli effetti nel Gruppo PSA. La notizia è stata data ufficialmente da un nota stampa in cui l’amministratore delegato Michael Lohscheller dichiara conclusa la vendita alla Società francese e annuncia i primi obiettivi della nuova strategia che dovrà portare la Opel verso l’utile di bilancio a partire dal 2020. Come spesso accade in questi casi si punterà alle economie di scala, vale a dire: risparmiare attraverso la condivisione di tecnologie e progetti oltre che di impianti di assemblaggio. In questo modo Opel mira a risparmiare circa 1,7 miliardi di euro nei costi di produzione, ricerca e sviluppo una volta che l’integrazione sarà del tutto operativa.


COSA ACCADE NEI VEICOLI COMMERCIALI

L’acquisizione interessa ovviamente anche il settore dei veicoli commerciali, In cui Opel (e il Brand Britannico Vauxhall) è presente attualmente cone Vivaro e Movano, frutto di una partnership con Renault e con il Combo, prodotto in Turchia dalla Tofas e derivato direttamente dal Fiat Doblo. Il nuovo assetto potrebbe cambiare un po’ le carte in tavola soprattutto nel segmento del mid van e large van. In quello delle furgonette sembra, invece, già tutto deciso con Opel e PSA che già collaborano da tempo per l’erede del nuovo Combo (ma anche Partner e Berlingo) che arriverà nel 2018. Il settore più complesso è quello però dei large van visto che nessuno dei due costruttori possiede un piattaforma propria da condividere: Boxer e Jumper sono derivati dal Fiat Ducato mentre il Movano, come detto, dal Renault Master. Un po’ più semplice, ma comunque a breve termini potrebbe essere la soluzione nei mid van dove la nuova piattaforma Expert/Jumpy/Proace potrebbe essere condivisa anche con la Casa tedesca.