I primi anni ’30 vedono la nascita dei primi veicoli commerciali derivati dalle auto di serie.
Dall’idea di qualche piccolo imprenditore, di trasformare la propria auto in un veicolo da trasporto merci apportando poche modifiche, le Case automobilistiche traggono spunto per produrre in serie questi veicoli. Ben presto l’auto di tutti i giorni si trasforma in un piccolo camioncino che si adatta alle esigenze di molte categorie di piccoli imprenditori.

FIAT BALILLA E FIAT 1100

Nel 1932 viene lanciata sul mercato la Fiat 508, meglio conosciuta come Balilla.
Qualche mese dopo alla berlina viene affiancata la versione autocarro (oggi diremmo van).
Le prestazioni, per l’epoca, sono di tutto rispetto 75 km/h di velocità massima e una portata tra 320 e 380 kg. In cinque anni di Balilla ne vengono prodotte 113.000 unità (molte di queste in versione camioncino). Il piccolo veicolo da trasporto, date le sue ridotte dimensioni, è conosciuto anche come “pigmeo”.
Nella prima metà degli anni ’40 , la produzione Fiat cola a picco sia per colpa degli esiti sfavorevoli del conflitto mondiale sia per i micidiali bombardamenti che danneggiano gravemente gli stabilimenti di Torino e le numerose fabbrichette dell’indotto.
Al termine della guerra il management della Casa di Torino comprende bene che lo sviluppo dell’economia non riguarda solo l’industria, ma anche le piccole imprese commerciali e artigiane che hanno bisogno di mezzi adeguati per poter trasportare piccole partite di merce, campionari o attrezzature. Nasce così, sulla base del modello di punta del momento, la mitica 1100, il Fiat 1100 ALR che, grazie alle sue eccellenti qualità, in breve tempo si trasforma in uno dei simboli della rinascita economica italiana. Dotato di motore affidabile, trasmissione estremamente robusta e telaio resistente e versatile che si adatta agli impieghi più svariati (dal settore agricolo a quello industriale; dal trasporto di persone e a quello di materiali di vario genere) a buona ragione il Fiat 1100 ALR è considerato il progenitore di tutta la successiva produzione di veicoli commerciali.
La 1100 nella sua lunga carriera è stata rinnovata e aggiornata diverse volte.
Nel 1953 viene presentata la nuova serie 103, equipaggiata con lo stesso motore da 1.089 cc, presenta una nuova carrozzeria dalle forme più arrotondate e una struttura profondamente rinnovata: viene abbandonato il telaio in acciaio in favore della carrozzeria autoportante.
La versione commerciale della 1100 - 103 aveva la parte anteriore uguale a quella della berlina, mentre il posteriore era progettato come un vero camion, solo un po’ più piccolo: fu abbandonato il ponte posteriore a semi assi portanti per uno con semi assi sfilabili.
Sul finire del 1957, con il lancio della berlina 1100/103 D, la versione commerciale fu sostituita da un nuovo modello a guida avanzata il 1100 T(trasporto), con cilindrata aumentata a 1.221 cc, segnali questi, di una nuova evoluzione e specializzazione dei veicoli commerciali.

LANCIA ARDEA E LANCIA APPIA

Anche la Lancia non fu da meno e dai suoi modelli di maggior successo ricavò altrettanti veicoli commerciali.
Nel novembre del 1939 viene presentata in anteprima l’Ardea al capo del governo, Benito Musolini, le produzione in serie inizia nel dicembre successivo e la commercializzazione nei primi mesi del 1940. Tra la fine del'42 e l'inizio del'43, l'intera attività produttiva Lancia viene trasferita negli stabilimenti di Bolzano, ritenuti meno vulnerabili ai bombardamenti, e la costruzione dell'Ardea, già ridotta a mezzo migliaio di pezzi nel 1942, si contrae ulteriormente sino praticamente ad arrestarsi nel 1944.
Dalla seconda metà del 1945, alla fine del conflitto mondiale, la produzione riprende lentamente e all’Ardea berlina viene affiancata la versione commerciale del tipo “furgoncino”, che rimarrà in produzione fino al 1953. Dalla metà del 1948, entrerà in produzione anche la versione “camioncino” .
Nel 1953, quando esce l'Appia, il furgoncino Ardea continua la sua vita sino a fine anno, poi, al Salone dell'automobile di Torino dell'aprile 1954, vedono la luce l'Appia furgoncino e la autolettiga mentre si preannuncia (appare già nelle pubblicità) il camioncino, che sarà posto in vendita l'anno successivo.
Tecnicamente questi veicoli si distinguono dalle berlina per un irrobustimento generale, il depotenziamento del motore, l’adozione di un cambio a 5 rapporti e di pneumatici maggiorati.
La costruzione dell'autolettiga cessa al termine del 1955 mentre prosegue quella del furgoncino e del camioncino, che, in considerazione del successo ottenuto, vengono aggiornati nel 1956 (seconda serie, così come la berlina) e vengono prodotti sino al 1959. Praticamente immutata nella carrozzeria, questa seconda serie presenta migliorie meccaniche paragonabili a quelle della berlina (motore più potente, nuova carburazione, dinamo da 250W in luogo di quella da 130, rapporti al cambio diversi, prestazioni complessive migliori).
Nel 1959, grosso modo in concomitanza con l'uscita della terza serie Appia, termina la produzione del camioncino e del furgoncino.
Qualche tempo dopo, utilizzando motore e parti di meccanica di derivazione Appia, esce il più voluminoso e capiente furgone leggero a guida avanzata denominato "Jolly", che verrà costruito sino al 1963, quando sarà a sua volta sostituito dal "Superjolly" (derivato dal modello Flavia con motore da 1,5 litri) a trazione anteriore.

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